sabato 11 gennaio 2014

Al crepuscolo del nuovo anno

Incontri, scontri, di corpi,di emozioni, o più semplicemente,di vite.
Vite, ognuna a sè, giusta sbagliata ma fino a che senti l'aria fredda del mattino che t'inebria i polmoni, significa che c'è. C'è e può mutare, come ogni cosa..
Uno sbarco nell'Isola di Oda, dove ricevetti la prima cintura, un tentativo di ricostruire un vaso rotto, pur sapendo in teoria che non sarebbe mai stato lo stesso, ma,sono fatto così, devo provarlo sulla mia pelle, devo sentire le mie viscere contorcersi e i polpastrelli spalmarsi di colla nel restaurare i cocci.
I giapponesi sono soliti riparare le crepe di un vaso rotto, con una tecnica dal nome Kintsugi, valorizzandone le rotture con dell'oro colato, in modo da abbellirle. Non sarà cmq lo stesso vaso di prima..


E di nuovo il serpente karmico, si morde la coda e chiude un ciclo aprendone altri.
Quanto scopro di me nelle relazioni?
Chi sono, come mi muovo, cosa voglio per me..
Un muovere, un pò ciondolante, ancora tanta strada per avere radici salde o che sia ancora tanta da fare accettando queste radici, ma questo lo scopriremo solo quando verrà il momento.

Mi ritrovo a mettere in pratica, nel "fare" ciò che ho appreso in questi anni, con mia meraviglia, e mi accorgo di quanto ancora io stesso non conosco di me. Quanto io possa, quanto ancora a ho da apprendere ma anche quanto, già possa donare.
Tocco con mano quanto nettare abbiano donato, e donano di continuo le persone con cui condivido questo viaggio, e la stessa parola "sensei" , "colui che è nato prima" che ha già danzato nella tempesta e ne è uscito più forte, ora questo termine lo comprendo ancora meglio..come se per un attimo, le nubi in cielo si fossero diradate e fosse apparso in tutta la sua meraviglia un firmamento di stelle.

Rifletto sul tempo, sulle distanze, illusioni..Nietzsche la definirebbe "volontà di potenza" ma preferisco chiamarla senza tanti fronzoli, Istinto. Come un fare spontaneo, ho sete? allungo il braccio e bevo, senza un tempo, senza un calcolo della distanza che il mio corpo deve percorrere..

Ma ogni rosa, ha la propria bellezza anche nell'avere le spine.
E molto, forse ancora più affascinante, tanto quanto riempie di terrore ciò che è da scoprire, dentro l'oscurità, nelle ombre della notte, le ombre dell'anima.
Non luoghi senza tempo, ove neppur noi stessi, osiamo addentrarci, antri bui dove parti di noi sono sepolte, ricordi che non vogliamo disseppelire,ma che ci attendono al varco,comunque.

Quanto stò, in una situazione dove sono immobilizzato, quanto ancora mi focalizzo su un solo obiettivo, quanto creo alternative a 360°? troppe ancore le ombre da accettare ma confido nel fuoco che arde dentro per fare luce in questi sentieri non battuti. Rabbia, sconforto, quasi lacrime in un chè di indefinito che non comprendo nemmeno se farlo esplodere oppure, masticarlo lento, assaporarne il gusto acre, tanto fastidioso quanto succulento. E il dolore di un arto si contrappone alla caviglia sinistra, e ancora fatico a capire cosa il mio corpo voglia dirmi.

E Ammazzademoni, sembra riprendere il peso pesante di un tempo..tenebrosa lama che mi chiede sempre il cento,e ogni volta mi sproni a donarmi oltre lo zenith..che non mi sembra mai abbastanza..ma un ghigno abbaglia l'oscurità, vampe incendiano l'animus e l'anima, permettendomi di darti sempre di più..

..di non andare come un cieco animale ferito, bensì placare il respiro e cercare in me, il coraggio di andare incontro alla morte. Quasi 7 anni ormai e ancora alcune spire sono pur sempre aggrovigliate..spire che non si possono recidere, che sono parte di me, che posso provare a ferire forse? che forse tengano prigioniera una preda catturata in tempi dimenticati?

Issiamo le vele, verso nuove avventure..

Oss!!