lunedì 15 dicembre 2014

Sisifo felice

 “L'uomo assurdo sa,che davanti a un Cielo senza Dio, in un Universo che lo ignora nella sua stessa fatica di vivere, nella sua lotta c'è tanto da riempire il cuore dell' uomo. Bisogna proporci un immagine di Sisifo felice. L'eroica inutilità, che è la vita, si corona ora di un eroica felicità consumata nel “hic et nunc”.  (Qui ed ora)

Albert Camus – il Mito di Sisifo


By Dolo Eventual



fonte del guercio - CO
La filosofia fine a se stessa vale quanto un bicchiere mezzo vuoto, così la teoria di tecniche,leve,proiezioni, e sì la conoscenza senza l'azione manca di forma. Camus parla di Taoismo senza saperlo, e questo è il metodo migliore per non immobilizzare con un etichetta ciò che è in continuo mutamento. Egli mescola filosofia mista all'azione, oserei dire una sorta di filosofia attiva, “jutsu” il sapere tradotto in azione per dirla con termini giapponesi dagli aromi marziali.
Mi vengono in mente molti come lui, Yukio Mishima, Danilo Dolci , Moshe Feldenkrais, Gurdjeff, Jodorowsky e altri meno conosciuti, uomini e donne comuni che portano avanti idee, cavalcando i propri sogni e i propri pensieri, e mai facendosi portare da essi.
A volte sento il peso del portare questo macigno fino alla vetta per poi insorabilmente ricadare a valle e dover ricominciare, dover trovare la forza per ricominciare..un caro amico direbbe che la forza non è un entità a sé,da cercare come fosse un tesoro in lungo e in largo. La forza sta dentro noi, come ogni altra cosa che stupidamente cerchiamo fuori , un fare che è sì frutto della società superficiale in cui viviamo. Capita che manchino le motivazioni, come un Sisifo che è egli stesso a pensare che sia condannato, restando così latente nel suo torpore malinoconico.

Ma la vita è fatta di scelte, che siano fatte, o non fatte la cosa che conta è che siano consapevoli, o noi, dobbiamo essere consapevoli di avere avuto modo di scegliere. E anche quando non abbiamo modo di scegliere, possiamo sempre scegliere cosa fare con quanto ci accade.


Era un tema che cercavo da tempo, forse da quando ho iniziato a praticare Arti Marziali, o chissà forse prima anche..trasformare tragedia in trionfo. E scopro che non può essere relegato a una forma di pensiero, pichè ha forma impalpabile a meno che cambi drasticamente (ma anche un poco per volta) vecchi schemi abitudinari. Allora la realtà può trasformarsi, ma anche qui senza “jutsu” niente è possibile, il vuoto deve sempre accettare le parti piene e così viceversa.
E non o tragedia o trionfo, ma trionfo e tragedia insieme, sì che sià “triongedia” o “tragenfo”, che sia un bicchiere,coi suoi pieni e vuoti, nello spazio.
E allora tutto anche la solitudine ha senso, il perdersi nel bosco per poi liberamente lasciare danzare l'Ombra, vederla in tutta la sua sinuosità, accettarne lucentezze e oscurità, ma come della parte Ombra, così delle altre parti di noi stessi, dei miei tanti me.
Le piccole e grandi vittorie, le sconfitte grandi e piccole, le indecisioni, le battaglie non combattute, quelle che verranno, così le goie e le cicatrici sul cuore..


fonte guercio - Carugo (CO)
e rendersi conto così che ricominciare non è ricominciare daccapo, poiché noi stessi non siamo eguali, siamo arricchiti dal viaggio intrapreso a prescindere da come sia terminato, come un serpente,che cambia pelle e cresce..e la mutazione non è mai indolore.
Bisogna proporsi un Sisifo felice, che non punta dritto ad arrivare alla cima,che alterna l'intenzione all'attenzione e ora le assembla ora gioca alternandole, che solo la troppa intenzione gli è di intralcio nel raggiungere la vetta, la troppa attenzione non gli consente di avanzare..e allora che sorrida mente salga, che duelli col vento, che si lasci baciare dalla pioggia,e a pieni polmoni assapori i profumi della terra..
Cerchiamo certezze nella vita,in cui la sola cosa certa è la Morte..e forse chissà, nemmen quella..






Storie da altrove

Democrazia.
Le radici semantiche, logore e atrofizzate di una parola che vorrebbe dire “governo del popolo”.
Suona irrisorio in un panorama dove ormai si fanno autoelezioni senza bisogno dei cittadini che votino questo o quello. Dove si fanno bandi e gare d'appalto vinti dal miglior offerente, in genere quello che fa il prezzo più basso, ma anche magheggi di sorta tra le varie amministrazioni e fondazioni e associazioni su scambi di favori ed eventuali spartizioni degli ori.
Successe nelle remote terre di Mediolanum, che un associazione di stampo cattolico vinse un bando, senza avere alcun criterio di sorta per vincerlo. Servono requisiti sul territorio per questo progetto, ma non fa troppo strano se si nota che partecipi al bando una cooperativa emiliana.
La vincente era però in fondo di solidarietà da circa due anni e non poteva reintegrare il personale. Morale della favola un tot di persone a casa. Sopratutto la vincente in questione ora ha una sua ex adepta in amministrazione...ma sarà di certo casuale. Io però non credo al caso.

E i poveri derelitti, liquidati subito dalla fondazione per cui lavorano da anni, come consono al suo fare, prendere,usare e quando non serve più buttare con non-chalance, ma questo è un discorso che non sta a galla, che fa un po' acqua da tutte le parti, ma chissà com'è, comunque galleggia..tanto nessuno tira lo sciacquone.
Ma qualcuno, stando del fetore, decise di chiedere aiuto agli omini delle pulizie, il Comitato,Guanti Italici per le Latrine, che subito in favore del diritto d'aria dei lavoratori si prodigarono di chiamare a destra e a manca per chiedere spiegazioni intervenendo anche in modo deciso. Il Comitato assieme ad altri operanti per i diritti dei lavoratori misero alle strette associazioni, amministrazione comunale e quant'altro. Ma si era intasato tutto e ci voleva tempo a sbrogliare le cose.
Fu indetta una mega manifestazione contro un decreto legge già divenuto esecutivo, e peraltro votato al governo da una buona dozzina di membri del Comitato di cui sopra, poiché dai piani alti non si sentiva l'odore.



Aderirono in molti allo sciopero, approfittando del periodo natalizio per lo shopping compulsivo.
Democrazia.
Mha!! forse era proprio un governo del popolo in quelle remote terre. Dove il popolo era talmente abituato alla comodità e al continuo delegare che non sapeva più prendersi le proprie responsabilità, dove le battaglie si svolgevano per vie legali, dove le badanti crescevano la prole di padri e madri troppo impegnati a far carriera o accumulare denari. Dove il medico doveva trovare le medicine e/o le cure per salvarci la vita con tagli e cuci , e panacee in pillole. Dove la realtà era dettata dai canoni della televisione, dove la cultura era ormai un ricordo atavico di generazioni passate.
Ma ovviamente in questo mondo fatato, esisteva anche un parte di eretici, filosofi attivi dell'assurdo,erranti che creavano la propria realtà, ognuno a suo modo , gente che pagava in prima persona per le proprie scelte sempre, che non si affidava a un medico o alla pillola curativa di ogni male, che cresceva i propri cuccioli con dedizione e attenzione, che non aveva magari la tv, che se temagari potevano temere la morte..certo non avevano paura di vivere.



a mille c'è n'è, nel mio cuore di fiabe da narrar..
venite con me basta un poco,vedrete per sognar..per sognarr..

non serve l'ombrello il cappottino rosso la cartella bella per venir con me,basta un po' di fantasia e di umiltà..il disco fa clic!!ma attenzione un altra ne avrete c'era una volta il cantafiabe dirà, e un altra favola..comincerà..”