lunedì 3 marzo 2014

uno schermare di colori

e come la natura, cambia il manto del pianeta, così la mia anima si sollazza con quel far di pennellate e mi riscopro artista, io che mai prima operai con pennelli..e come la stessa natura, non sò mai cosa accadrà, come germoglierà la pianta, quali meraviglie e quali difetti avrà il bocciolo dopo che sarà gemmato. Creare,errare, apprendere da questi per fare sempre meglio...quanto c'è in ogni Arte, dello stesso vivere..

Quali colori per dare la vita a un opera? e se non li ho? mi arrangio con quanto possiedo, ma l'imprevisto del dono è sempre dietro l'angolo, e ricevo nuovi colori che non avrei potuto avere altrimenti. Quanti problemi quel chiedere che renderebbe più semplice ogni cosa..

Quali per trovare una porta che si apra? le chiavi che ho non aprono queste serrature..e io, con un retaggio di orgoglio, mascheratosi per non farsi riconoscere, e quali difficoltà nell'accettare l'aiuto, il dono umano,sentito nel profondo, senza interesse alcuno, fatto così, perchè dia piacere al ricevere, nello stesso piacere del donare..

"io me la cavo sempre"
abbisogna di una trasformazione, poichè ora che smascherato appare come un " ce la devo fare da solo" ,con ostinazione (orgoglio?) , una vecchia abitudine, e come tale ardua nel morire,se mai morrà. Quanta la paura di mostrare le mie debolezze invece? il mostrarmi "non capace", e succube di quel "me la cavo sempre"?
"io non ce la faccio da solo, mi serve una mano"
parole pesanti, che si bloccano in gola, ancor prima trattenute nelle viscere..che contraggono tra la scapole, che non permettono una fluidità dell'essere corpo-fisico ed emotivo...

e mi rendo conto, che ciò che non voglio mostrare, diviene evidente a chi mi sta accanto e con dolcezza mi dona aiuto, senza pressioni su quella maschera d'orgoglio..grazie, a chi ha portato i colori, a chi ha dato energie materiali con le proprie energie consentendone l'acquisto,ma grazie anche a chi ha allietato e riempie di nuove sfumature la mia anima.




Un kesaghiri col katana, le pennellate di colore, una carezza, un pugno..quali differenze celano? non è questo che importa, non a me ora, ma ciò che le accomuna, che le unisce tra loro..trovano unione solo quando fatte con cuore e pancia..solo questo in ogni attimo..credo sia quì che si cela il senso del momento presente




"in un mito Karadjeri, popolazione abitante nell'Australia nord occidentale,si racconta di due vecchie donne, la maggiore delle quali si accorse di aver dimenticato all'accampamento il canestro entro il queale portava sempre un serpente. La minore tornò indietr
o a prenderlo,senza però trovarlo.
<<Il serpente s'era sprofondato tanto nel terreno quanto l'arcobaleno sovrasta alla terra>>.

Mentre tornava dalla sorella, il bosco che prima era tutto asciutto e senza una goccia d'acqua, le apparve tutto coperto d'acqua. E cammina,cammina,cammina,non vedeva che acqua a destra e sinistra,finoa che arrivò ad un fiume che prima non c'era...Allora arrivò l'arcobaleno, e s'inarco sul fiume facendo da ponte.Soltanto la sorella maggiore sapeva l'arcoaleno era il serpente."

1 commento:

  1. un movimento che blocco, che non esce e la nevrosi vuole far sgorgare lacrime ma nemmeno quelle escono..stati d'animo subito trasformati in rabbia, dalmio stalinista/talebano che emrge e non potendo prendermela col mondo (che colpa ne ha) me la prendo con me (ridicolo no?).
    Visioni prima,con lavori sul respiro e visioni di vortici argentati, violacei a sfumature bluastre.Poi la trance (o resistenze che mi han fatto addormentare?) e in quei microsecondi altre visioni, di tribù che pasteggiavano con grossi topi dalle lunghe code,forse delle nutrie?
    Ma se devo trovare una trasformazione sò che non posso ricadere in vecchie abitudini, ossia contrappore al senso di incapacità/svilimento/atterramento quello della rabbia, che tanto mi ha aiutato in passato, forgiando così questa corazza? il momento dell'attesa,quello dove le ansie ruotano più forti e i demoni si nascondono all'ombra delle viscere...e arduo lo stare nella palude, che sì è un pò bonificata ma l'acqua scorre troppo lenta,e che sia il momento di apprendere a essere il vuoto?
    mi accarezza il sole mentre batto i tasti,melodico trastullo viscerale e mentale.

    in una foresta di rovi,
    movimenti lenti
    volteggiano in cielo corvi
    bagliori nel serrare i denti

    un pò come aquilone
    e come straccio per pavimenti
    verso Oz come un leone
    e ferraglie cigolanti

    verità e menzogna
    nello stesso calderone
    una sfinge sulla gogna
    alimenta la tensione

    girerà la ruota, è una credenza
    ma non è da me stare ad aspettare
    la divina provvidenza
    dovrò imparare a fare senza fare

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